Il blog della prima Community dei "Milleuristi & (S)Contenti"

31 ottobre 2006

Un paese in piazza

Quello che sta succedendo in questo momento in Italia è quantomeno bizzarro, per usare un eufemismo. Tutti sono scontenti del Governo attuale - e in particolare della sua Manovra Finanziaria - e tutti minacciano di scendere in piazza (o lo hanno già fatto). Che io mi ricordi, non è mai successo prima, e per un Paese secolarmente e tradizionalmente anestetizzato come il nostro già il solo fermento di una piccola 'rivoluzione' un significato ce l'ha.
Tutti sono scontenti: addirittura anche chi del Governo attuale fa parte, chi lo ha votato, chi da 4 mesi - come noi Milleuristi - si sforza di illudersi che "bisogna dargli tempo" nonostante ci siano problemi che andavano risolti ieri e non rimandati a tra 5 anni.
Minacciano di scendere in piazza (o lo hanno già fatto) i ricchi, i poveri, i finti ricchi, i finti poveri, le vittime e i carnefici: tutti indistintamente.
Lasciamo perdere i soliti paragoni con la Francia e con il fatto che a quest'ora loro avrebbero messo di nuovo sottosopra le città a suon di molotov e sassaiole - con lo stesso spirito di chi sgancia bombe in Medio Oriente: ci sono situazioni in cui non è detto che il fine giustifichi necessariamente i mezzi -. Ma mi chiedo: dobbiamo definitivamente mettere una croce sopra a tutti i nostri buoni (e talvolta ingenui) propositi di cambiamento, visto l'andazzo? Gli elettori hanno sempre ragione tranne quando si lamentano?
Rossella

27 ottobre 2006

Grazie di (ricordarci di) esistere!

Leggo su Repubblica.it: "Napolitano incontra gli studenti: 'Il Parlamento si occupi dei precari'".
"Ohibo!", mi domando, "Ma perché c'è bisogno che addirittura il Presidente della Repubblica in persona debba 'bacchettare' il Parlamento sui precari? Non era forse l'argomento sulla bocca di quegli stessi politici che oggi sono in Parlamento soltanto fino a qualche tempo fa?". E mi rispondo: "Beh, ma sulla loro bocca magari (ogni tanto) c'è ancora. Il problema è che è solo lì...".

Sono giorni che cerco di capire - come tutti gli altri 3 milioni e 500mila precari in Italia, immagino - cosa comporta questa dannata Finanziaria in termini di Mercato del Lavoro. Non m'importano i sacrifici individuali, se sono necessari ai benefici per tutto il Paese, ma m'importa di sapere esattamente, attraverso semplici pensierini chiari e comprensibili, chi sta decidendo cosa a favore di chi e a sfavore di chi altro. Continuo a leggere giornali, a comparare siti web, a sciropparmi approfondimenti televisivi di tutti i tipi su qualunque canale e sento solo parole che 5 minuti dopo qualcuno puntualmente smentisce. Ho anche sottoscritto un Decalogo delle Nuove Generazioni per stimolare una qualche utilità concreta di questa manovra a favore di noi Milleuristi. Fa il paio con la Petizione al Ministro del Lavoro online da questa estate: due modi di dire "Noi ci siamo e non siamo solo numeri", due modi di crederci, di partecipare, di fare sentire la nostra voce al di sopra di ogni possibile strumentalizzazione.
Due modi per ricordare che esistiamo prima ancora che ce lo ricordi (anzi: che glielo ricordi) il Presidente della Repubblica.
E' chiedere troppo, vero, che tra una litigata e un'altra qualcuno ci spieghi gentilmente se possiamo continuare a crederci o se dobbiamo rassegnarci al grido di "E' inutile suonare qui / Non vi aprirà nessuno"?
Claudio

25 ottobre 2006

La notte porta (s)consiglio

Oggi ho sentito alla radio un'interessante ricerca che diceva che in Italia, negli ultimi anni, si sono allungati molto i tempi di durata di una 'giornata media': se una volta si dormiva come minimo 8 ore a notte andando a letto generalmente prima delle 24, adesso in media si tende a dormire meno di 6 ore andando a letto spesso dopo le 2.
E infatti, eccomi qui: ore 04:30, occhi sbarrati come una civetta, con la sveglia puntata alle 07:30. Se mi va di culo, stanotte dormirò 2 ore e mezzo.
E cosa ci faccio ancora alzata?
Presto detto: ho appena finito di scrivere (e riscrivere, e riscrivere) la mia lettera di dimissioni. Proprio così: tra 4 ore saluto tutti e me ne vado da quella cazzo di casa editrice. Ok, fatevi avanti: si accettano insulti! Claudio ha commentato "Ma tu sei scema!", Matteo "Dimmi che stai scherzando!" e Alessio "Credo proprio che d'ora in poi non potrai mai più lamentarti se non hai un lavoro...". Va bene, ci sta tutto.
Anzi, se qualcuno vuole rincarare la dose, ecco come stanno i fatti: stamattina sono tornata in ufficio dopo l'influenza, e il Capo del Personale mi ha subito convocato d'urgenza per elencarmi tutti i 13mila danni apocalittici che la mia assenza (più che giustificata, nonostante con uno sfigatissimo co.co.pro. non ci sia nemmeno niente da giustificare, cazzo!) ha provocato all'azienda, anticipandomi che la mia mancanza di professionalità avrebbe avuto serie ripercussioni il mese prossimo sul rinnovo del mio contratto. Ovvero: me lo avrebbero portato a 500 euro lordi affidandomi la metà della mansioni che svolgo adesso, e che verranno assegnate a una stagista in arrivo lunedì.
E allora vaffanculo.
Non mi faccio umiliare, mi spiace. Claudio e Alessio hanno avuto quest'idea del metterci in proprio noi 4, e vorrà dire che mi farò il mazzo per stare dietro al nostro progetto, che mi sembra molto più importante e stimolante che piegarmi alla stronzaggine di quegli schiavisti...
Beh, allora? Cosa aspettate a unirvi anche voi al coro dei "Voi giovani non avete proprio voglia di far niente nella vita!" che mi stanno ronzando nelle orecchie da oggi pomeriggio?
Rossella

21 ottobre 2006

Imprenditori di notte

Forse le Poste devo lasciarle. Perché giorno dopo giorno mi sto rendendo conto di essere frustrato, di non avere nessun interesse in quello che faccio, di sentirmi completamente vuoto dal punto di vista professionale.
Certo, sono 1.100 euro al mese (netti!), più tredicesima, tfr, malattia, contributi previdenziali, ferie pagate... ma ho il terrore che quando perderò definitivamente la voglia di fare - e succederà! -, finirò come tanti miei colleghi più anziani a leggere la Gazzetta sotto il tavolo.
Ne parlavo con Claudio ieri sera: Matteo è un po' imbranato e leggero, ma ha voglia di fare e soldi da parte; Ross è un vulcano di idee e soprattutto è instancabile: se la fai lavorare 16 ore al giorno, è pure contenta; Claudio è Claudio... un vero manager, competente, intelligente, altruista, determinato; e io? "Tu sei un uomo quadrato, fatto e finito, in grado di gestire le cose con un piglio organizzativo ormai raro - mi ha detto Claudio -. Sai Alessio, potremmo mettere su una piccola azienda insieme, noi quattro".
Una piccola azienda? Noi quattro? "Sì, senza lasciare i nostri lavori: una cosa che si fa di sera e nei week-end, inizialmente, poi se va bene... poi se va bene saremo finalmente padroni solo di noi stessi!!!".
Claudio è un grande, ha mille idee: ora però voglio essere attivo anche io, aiutarlo e capire se questa impresa è fattibile. Da dove posso cominciare? Dove trovo informazioni sull'accesso al credito? E bandi pubblici per fondi regionali/provinciali? Come si fa ad accedere ai fondi europei???

19 ottobre 2006

Piccoli problemi di virus

Ettipareva! Potevo forse perdermi la prima influenza della stagione? Ovviamente no, e infatti eccomi qui puntualmente imbacuccata come un palombaro con lo sciarpone e la borsa dell'acqua calda barricata in camera per non propagare germi a piè sospinto...
Responso del termometro: 38,5°.
Responso del portafoglio: -31,75 euro in medicine, antibiotici e ricostituenti ("Puoi sempre far finta di esserci andata in discoteca!", ha 'argutamente' suggerito Matteo).
Responso del medico: 4 giorni di letto senza uscire di casa.
Responso del capo ufficio del personale: "Rossella, come ben sai la tua posizione non prevede la malattia. Ovviamente sei libera di non venire al lavoro, se non te la senti, ma non potremo non tenerne conto nel momento in cui dovremmo rinnovarti il contratto. E immagino tu non ti sia dimenticata che scade proprio fra un paio di settimane...".
Un altro ricatto morale, l'ennesimo.
Eh già, perché non importa se in questi 5 mesi e mezzo non mi sono mai presa nemmeno 10 minuti di pausa caffè in più del dovuto e se quando gli servo mi incensano tutti a piè sospinto: adesso le mie sorti le deciderà il fatto che io vada stoicamente in ufficio con 38 e mezzo di febbre oppure no.
In realtà io ci andrei anche, intendiamoci. Non mi sento moribonda e andare a lavorare mi piace molto più che starmene a letto a non far niente. Ma stando così le cose è diventata una questione di principio: se ci vado, loro penseranno che io abbia ceduto alla loro minaccia perché ho paura di non essere confermata, e a me questa cosa - mi spiace - ma proprio non va giù. Quindi sto a casa per non dargliela perennemente vinta qualunque becero ricatto morale si sentano in dovere di inventarsi, assumendomi la responsabilità del rischio che corro: faccio male o faccio bene?
Rossella

18 ottobre 2006

Tu chiamali, se vuoi... Marchettoni

Al prossimo che mi invidia perché "lavoro nel mondo della musica e chissà quante superstar incontrerò tutti i giorni" giuro che appalto all'istante il mio co.co.pro.!
Stamattina il mio Capo Ufficio Stampa, Renata, mi ha fatto trovare attaccato al monitor del pc il seguente post-it: "Chiama le redazioni dei giornali sull'elenco che ti ho lasciato e vedi di piazzare l'intervista ai Thunderfox su almeno 3 mensili e 3 settimanali. Se ti propongono solo la recensione digli che allora recensiscano anche l'album dei Guru & Puri, che altrimenti quelle 4 mezze seghe non vendono una copia e poi si lamentano anche che non le promuoviamo. Torno alle 18:30 per il feedback, vedi di raggiungere il target. Buon lavoro".
Passi che l'ora di straordinari (alla fine sono uscito dall'ufficio alle 7 passate) non mi è stata ovviamente pagata neanche con un ciuccio, ma già dopo le prime 2 telefonate per marchettare disperatamente interviste e recensioni a questo branco di sfigati che nessuno si cagherà mai di striscio mi è venuto il voltastomaco. Mi sono inventato le peggiori assurdità per cercare di leccarmi chiunque avesse il buon cuore di non mandarmi a quel paese dopo aver sentito i nomi della gente che avevo da proporgli, e ne ho rimediato solo un paio di recensioni e nulla più. Tradotto: ho fallito il target.
Renata mi ha minacciato che se continuo così sarà costretta a parlare di me all'Amministratore Delegato (l'amico di mio padre che mi ha fatto prendere qua dentro) e a trovare per me un 'riposizionamento' all'interno dell'azienda. Ma checcazzo! Loro stampano della roba inascoltabile e poi io dovrei umiliarmi a marchettare al posto loro per avere dei vassoi d'argento su cui rivenderla?
Comincio a pensare che piuttosto che dargli la soddisfazione di mettermi a fare il centralinista me la squaglio prima... Faccio bene o è il caso di provare a tenere duro per non dargliela vinta?
Matteo

16 ottobre 2006

1.183 responsabilità!

"Caro Claudio, siamo molto contenti di riaverti con noi! Ora a te toccano diverse responsabilità, mi auguro che tu non ci deluda".
Poche e secche, come sempre, le parole di Mark: ho ripreso a lavorare alla MRW a Milano e, senza più Stefania, Mark mi ha fatto capire che le cose che contano passeranno prima da lui e poi da me. Daniele c'è ancora (lo hanno richiamato offrendogli un nuovo co.co.pro. di 6 mesi 9 mesi dopo averlo silurato), Gloria anche (e intanto sta pensando di fare un altro figlio... beata lei che è assunta), in più ci sono due nuove persone junior, Renzo (viene dalla divisione marketing) e Monica (primo contratto post stage). Insomma, qualcosa conto. Sicuramente di più di quei 1.183 euro che prendo al mese: contratto a progetto, ovvio.
Ho provato a dire a Mark che sono molto contento delle responsabilità, ma che vorrei anche delle garanzie, se non subito almeno tra 6 mesi (quando scadrà il co.co.pro.: niente contratto da 1 anno, sta volta...), ma per ora sembra non volerci sentire.
Che posso fare, da ora in avanti, per conquistare l'agognato contratto di assunzione - per lo meno a tempo determinato -?
Claudio

05 ottobre 2006

Gente che va, gente che... viene

Ore 01:15. I 'rumori' (sì: proprio quei 'rumori'!) provenienti dalla camera di Matteo sono finiti esattamente da 3 minuti e non oso uscire dalla mia per andare in bagno - anche se ne avrei un bisogno impellente - per non far capire che ho sentito tutto.
Il ritorno di Claudio, che stavamo aspettando da 6 mesi, alla fine ci ha gettato nel panico. Visto che domani dobbiamo svegliarci tutti presto, gli abbiamo organizzato solo una mini-festicciola in attesa dei "fuochi d'artificio" ufficiali di sabato sera.
Ma il problema è un altro: che ora in appartamento siamo momentaneamente in 5. Arianna, infatti, andrà via lunedì mattina, e Claudio (giustamente) ha voluto subito riprendere possesso della sua stanza, che gli avevamo fatto lasciare perfettamente immutata. Restava da capire con chi dovesse andare a dormire Arianna... Con me? Impossibile: camera troppo piccola. Da Alessio? Improbabile: rischio di shock anafilattico. Sul divano in salotto? Scortese: in fondo Ary ormai è una di noi, non un'ospite accampata. Ergo: da Matteo! Che ha un bel letto a due piazze, il fortunello (ma paga 50 euro in più di noi di affitto al mese), e naturalmente non si è fatto pregare troppo.

Risultato: un simpatico concerto (gratuito, se non altro!) di materasso e polmoni dalle 11:30 alle, appunto, 01:12. Imbarazzante. Non per essere moralista, saran ben fatti loro!, ma era la prima volta che mi capitava di sentire due persone... ehm... accoppiarsi... ed è stato imbarazzante.
E adesso ho un dubbio: visto che Arianna se ne va lunedì, se la cosa dovesse ripetersi come devo comportarmi? Faccio ancora finta di niente e resto sveglia o m'incavolo e pretendo rispetto per il mio preziosissimo sonno?
Rossella

04 ottobre 2006

Merda!

Merda!
È la prima parola che mi viene in mente stamattina. Non la pronuncio solo perché ho ancora la bocca impastata da alcol e sigarette, ma la luce che filtra dalle persiane e si riflette sullo specchio non mi lascia dubbi: non ho sentito la sveglia. Devo essere in un ritardo mostruoso.
Allungo la mano sul comodino e cerco nervosamente l'orologio o il cellulare. Eccolo. Quasi non riesco a guardare il display illuminato: 09:48.
Ri-merda!
Tre, due, uno…

Mi alzo di corsa, doccia al volo, chiudo la valigia e mi catapulto sul bus: l'aeroporto mi aspetta.
Si torna in Italia, a Milano.
L'esperienza alla MRW Espana è conclusa, lunedì prossimo tornerò "in forze" alla sede italiana.
Mentre mi lascio alla spalle il sole, la vitalità e l'energia di una delle città più belle del mondo, mentre saluto Barcelona, davanti ai miei occhi scorre un film: Eleonora, Angelica, Ross, Stefania, Alessio, Daniele, Matteo, Mark, Gloria, Valerio, Anna, mamma, papà. Le immagini si mischiano al ritmo di un videoclip stile Mtv, la musica è a tratti martellante e a momenti rilassante, le facce si dilatano, si allungano, appaiono e scompaiono.
Sono le persone della mia vita, quelle di ieri, di oggi, di domani.
E' il film della mia vita: ricco di tanti co-protagonisti che, tra i mille silenzi del personaggio principale, prendono spazio e lo restituiscono, vengono e vanno, corrono e frenano. Sono loro che, fino a oggi, hanno dettato tempi, modi e ritmi. Ma da domani si cambia: voglio tornare a essere il vero artefice del mio futuro!
Claudio

01 ottobre 2006

Professione polTronista

Di solito la domenica (almeno la domenica!) m'impongo di tenere spento il computer e disintossicarmi da tutto quello che ha un monitor e una tastiera, telefonino compreso. Ma ieri sera m'è successa una cosa strana, e mi va di raccontarla 'a caldo' senza stare a pensarci troppo sopra...
Dunque: ero alla festa di compleanno della mia capa in un locale molto trendy di Milano - il tipico evento di circostanza a cui devi partecipare per forza perché "fa parte del lavoro", non so se mi spiego -, e tra gli invitati becco un mio ex 'compagno di precariato' con cui avevo fatto volantinaggio part-time per sei mesi un paio di anni fa.
Gli chiedo cosa avesse fatto nel frattempo e per quale motivo si trovasse lì anche lui, e mi risponde: "In questi due anni? Mi sono fidanzato con la figlia della tua capa e sto lavorando come art director a 'MovieLand' e 'Tv 4 You'... Strano che non ci siamo mai incrociati, sto esattamente al piano sopra il tuo!"
Al che replico con istintiva sorpresa: "Ah, ma dai! Anche tu in co.co.pro. di 6 mesi in 6 mesi come me, immagino, giusto?"
Mi risponde: "Ma stai scherzando? Tesoro, ti pare che sono uno straccione qualunque? Forse non hai capito: sono il-fidanzato-della-figlia-della-capa... Contratto a tempo indeterminato da un anno e mezzo, cara, e scusa se è poco!"

Ho sentito bene? Ha detto proprio "Uno straccione qualunque" per apostrofare chi è in co.co.pro.?
Non riesco a trattenermi e lo smerdo: "Toglimi una curiosità: ma una volta non eri anche tu 'Uno straccione qualunque?"
Mi risponde: "Tesoro, io il mio problema l'ho risolto e adesso se permetti me la godo... Lo sai anche tu cosa mi è costato arrivare fin qui, o sbaglio?"
In fondo non sbaglia. Lo so perfettamente: ha fatto volantinaggio, pony express, cameriere e operatore di call center, perchè del suo diploma all'Istituto di Design non interessava un fico a nessuno. Ma mai avrei pensato che dietro a tutti i suoi sacrifici si nascondesse un'indole da polTronista fatto e finito, uno che appena si sistema un minimo (indipendentemente da come si sistema) sputa su tutto quello che rappresentava fino a un minuto prima, volta le spalle e se ne va facendo il figo senza neppure salutare.
E' così che funziona, insomma? Si combatte solo per avere privilegi personali, risolti i quali ci si siede fregandosene di tutto il resto? Ma che senso ha godersi una crociera se poi si naviga in un mare di merda?
Rossella