Il blog della prima Community dei "Milleuristi & (S)Contenti"

27 giugno 2007

Io penso positivo

Quanto mi piacciono (ironicamente parlando) le supermegariunioni motivazionali aziendali...
Si tengono ogni 6 mesi, una in estate e una in inverno, in un albergo extralusso di Milano, costano una vagonata di milioni - spesi quasi esclusivamente in catering e rimborso spese dei Boss delle filiali straniere - e, naturalmente, non servono a nient'altro che a passare una giornata tra sbadigli e aperitivi cercando di capire il motivo per cui tu guadagni 1000 euro e chi ti trovi di fronte e non sa nemmeno fare un ragionamento di senso compiuto che non abbia imparato a memoria mezz'ora prima ne guadagna 10 o 100 volte tanto...
Domani sarà la mia 'quarta volta' e sto già tremando all'idea di sentire ancora e ancora le solite frasi di circostanza trite e ritrite sul "Pensiero Positivo", sulla "performanza individuale" (ma esiste in italiano la parola "performanza"?), sulla "produttività di gruppo", sull'immagine della "catena di emozioni", sul fatto che in MRW sono - siamo - tutti indispensabili, che è una soddisfazione ma anche una responsabilità e avanti di vaccata simile in vaccata simile dalle 9 di mattina alle 6 di sera.
Io, cazzo, quel tempo voglio passarlo a lavorare.
Per queste merde di colletti bianchi sproloquiare 8 ore di teorie abbacinanti è "lavoro", per me NO.
Almeno dessero la possibilità anche a noi co.co.pro. di dire la nostra... Glielo spiegheremmo in 5 minuti perché è assolutamente vero che siamo indispensabili (sono loro a non esserlo, infatti), quanto siamo "performanti" (sono loro a non esserlo, semmai) e quanto ci emozioniamo a incatenare contratti a 6 mesi senza ferie e a malapena con la malattia...
Secondo voi cosa possiamo fare? Organizzare un sit-in davanti all'albergo? Prendere il microfono con la forza? Boicottare l'evento con un golpe in piena regola? Non nascondo che ne ho talmente le palle piene che comincio seriamente a pensare... positivo!

Claudio

24 giugno 2007

Mollo tutto e...

Di ritorno da una tipica "domenica milanese d'estate" sul Ticino (una roba talmente fantozziana e surreale che, alla fine, sembra quasi trendy), questa sera in macchina, senza volerlo abbiamo inventato un nuovo gioco di società: il gioco del "Mollo Tutto".
A quale Milleurista, infatti, non è mai passato nemmeno una volta per l'anticamera del cervello di pensare "Mollo tutto e..." puntini puntini? Ecco: il gioco consiste nel completare la frase dandole un senso compiuto che esprima esattamente ciò che si prova nei confronti del proprio lavoro, della propria situazione personale, della politica, della cultura e dell'attuale società italiana in generale, insomma... Fino a che punto vale ancora la pena lottare per ottenere qualcosa che ci spetta di diritto e che se va bene, nella migliore delle ipotesi, ci verrà data col contagocce, e per che cosa, invece, siamo disposti ad alzare bandiera bianca "pur di..."?
A noi sono venute in mente queste opzioni:
- Mollo tutto e torno dai miei (Claudio)
- Mollo tutto e vado all'estero (Matteo)
- Mollo tutto ed entro in convento (Alessio)
- Mollo tutto e mi prostituisco (Rossella)
- Mollo tutto e faccio una strage (Claudio)
- Mollo tutto e gioco al Super Enalotto (Alessio)
- Mollo tutto e inizio a spacciare (Matteo)
- Mollo tutto e mi do fuoco davanti all'Adecco (Rossella)
- Mollo tutto e vado al Grande Fratello (Matteo)
- Mollo tutto e faccio l'opinionista (Claudio)
- Mollo tutto e denuncio il Capo (Alessio)
- Mollo tutto e divento Michela Vittoria Brambilla (Rossella)
- Mollo tutto e cambio identità (Matteo)
- Mollo tutto e vado a Lourdes (Alessio)

Ovviamente ognuno è libero di inventarsi il suo "Mollo Tutto" dando libero sfogo alla creatività, tanto, appunto, è un gioco: lo scopo è un po' quello di 'ridere per non piangere', non quello di far piovere sul bagnato...
Allora, qualcun altro vuole partecipare?

Claudio, Rossella, Alessio e Matteo

19 giugno 2007

Progetto Pagnotta

"Lavoro da quel panettiere trendy, è pieno di bella gente e magari mi nota anche qualcuno della tv!".
Che si andasse a sfornare panini e focacce per partecipare poi al Grande Fratello, proprio mi mancava... ma che dal panettiere ti prendessero con un contratto a progetto, mi sembra ancora più surreale: "Mi han fatto un come si chiama... sì, un co.co.pro., quei contratti lì". "Ma come, tu lavori a turni fissi come dipendente". "Ah, dici che è sbagliato per il lavoro che faccio?".
Questa strana conversazione l'ho sentita oggi in metro: di fianco a me due ragazzi sui 23-24 anni, carini, bel fisico, sorridenti, tutti vestiti alla moda. Uno raccontava all'altro del suo nuovo lavoro in uno di quei panettieri di super tendenza. Con un contratto a progetto...
Ok, non mi pare fosse il lavoro della sua vita né che lui fosse così interessato a ciò che stava facendo, ma dico io, questo Governo che tanto "vorrebbe" fare per i giovani, non può per lo meno iniziare a controllare che da un panettiere, trendy o non trendy, si facciano dei contratti seri e intelligenti e non dei co.co.pro., come se uno potesse decidere a suo piacimento quando, come e dove lavorare? E poi nell'allegato del contratto che ci avranno scritto: progetto pagnotta?!?
Claudio

13 giugno 2007

Tu non puoi crescere!

"Non posso dirti niente sul futuro: stai però certa che almeno per il prossimo anno non ti darò nuove responsabilità".
Sembra inverosimile, ma oggi è accaduto proprio così... parlavamo tra colleghe di possibili rinnovi di contratti e di aumenti di stipendio e il mio capo mi ha preso da parte spiegandomi che non sa che futuro io possa avere in questa azienda e che, se quindi voglio qualcosa in più, è meglio che mi cerchi un altro posto. Gli ho spiegato che il punto non sono i soldi, ma la possibilità di crescere professionalmente, che insomma sono pronta a dare tutta me stessa all'azienda perché il lavoro che faccio mi interessa e mi stimolerebbe acquisire nuove competenze. Insomma, secondo il "bigino del perfetto co.co.pro.", ho detto tutte quelle frasi che farebbero gongolare per giorni un qualsiasi manager... e non le ho nemmeno dette giusto per ottenere qualcosa, le ho dette perché ci credo davvero!
E la risposta è stata lapidaria: "Tu qui non puoi crescere!".
Mesta, silenziosa, un po' imbronciata, ho spento la sigaretta che stavamo fumando in giardino e sono tornata alla mia scrivania. Mi avesse detto che non sono capace, mi avesse detto che non gli piaccio come lavoro, mi avesse detto che faccio stronzate... No, mi ha solo detto che certo ho molte qualità ma che qui al momento altra gente con le capacità non serve. Servono gli sgobboni tout court, gli sgobboni con anche un briciolo di cervello non rientrano nei piani aziendali, in sostanza.
Quello che mi chiedo è: quale azienda seria che vuole conquistare fette di mercato può davvero rinunciare a chi ha voglia di metterci l'anima nel lavoro? Forse è una domanda banale, anche perché a me la risposta parrebbe scontata: un'impresa che vuole fare soldi, ha bisogno di chi sa lavorare bene. Forse però, nell'Italia di oggi, essere capaci e impegnarsi non va di moda...
O, forse, sono io che ho idee distorte: fa bene un'azienda a mettere in un angolo chi crede nel lavoro che fa?
Rossella

11 giugno 2007

Separati in... ufficio!

Cosa bisogna fare quando si ODIA il proprio collega d'ufficio, soprattutto se è paraculatissimo?
E' arrivato 3 settimane fa, e ha il mio stesso ruolo: Junior Ufficio Stampa. Eppure lui non è in co.co.pro. di 6 mesi in 6 mesi come me, no: è stato assunto subito a tempo determinato per 2 anni. Motivo: è il figlio dell'Amministratore Delegato. Che, in quanto tale, da una parte si sente autorizzato a fare il cavolo che vuole per i motivi ben facilmente intuibili, e dall'altra è una assoluta mina vagante anche per chi gli sta intorno.
Da quando ha messo piede in ufficio ha cercato di fare di tutto per farmi lavorare al posto suo in modo però che se ne prendesse lui i meriti - ogni volta che passa qualcuno da fuori lo fa entrare e gli mostra sul suo Pc cose che gli ho passato io spacciandole per sue -, soprattutto con la scusa che è qui da poco e non sa come funziona il sistema. Così perdo ore e ore a spiegargli le cose, e nel frattempo la mia produttività personale cola a picco.
Ma ovviamente non posso permettermi di litigarci, perché una sua parolina mi può far tagliare la testa da un momento all'altro, e, anzi, devo fare di tutto per tenermelo amico perché in questo momento, paradossalmente, è l'unica 'sicurezza' e l'unica tutela che ho qui dentro. Però ho una paura fottuta che tanto finirà per tagliarmi la testa comunque, e quindi non so già più davvero che fare e sto diventando paranoico...

Ripeto: cosa bisogna fare quando si ODIA il proprio collega d'ufficio, soprattutto se è paraculatissimo?

Matteo

06 giugno 2007

Legge Biagi, faranno davvero qualcosa?

Sono incredulo!
Finalmente si parla della Legge Biagi e finalmente sembra che il Governo stia per modificarla:
l'idea è di porre un limite di durata di tre anni al di sopra del quale l'azienda sarà fortemente incentivata ad assumere il dipendente a tempo fisso. Poi di eliminare "job on call" e "staff leasing" e, per i co.co.pro., di innalzare i contributi previdenziali al 33% e inserire i contributi figurativi per i periodi in cui non si lavora.
Insomma, tutto bene apparentemente...
con dei grossi punti di domanda, però: perché non spingere ancora di più l'acceleratore sul rendere svantaggiosi, a lungo termine, i contratti a progetto per le aziende? Perché non chiarire meglio che i contratti a tempo determinato non possono essere reiterati oltre un tot?
Diciamo che è giusto accontentarsi, per ora: se così fosse, potrebbe essere un buon inizio. E si andrebbe verso ciò che Biagi, diversamente dalla legge che porta il suo nome, teorizzava: cioè vari tipi di contratto con però regole ferree, che permettano alle aziende di provare i lavoratori ma che poi consentano una stabilizzazione seria. L'unico modo per dar la possibilità a noi milleuristi di programmare seriamente e serenamente il futuro!
Claudio

04 giugno 2007

"Milleurismo" addio?

Per fortuna ogni tanto arrivano anche le buone notizie. Buonine, senza esagerare.
Ore 10:30, mi chiama la segretaria della segretaria della segrataria del Direttore di Filiale: "Il Capo vuole vederti, sali subito". Il "subito" significa 40 minuti di anticamera, comunque alle 11:20 entro.
"Alessio, abbiamo dato un'occhiata ai risultati di produttività dei nostri impiegati e tu sei risultato in assoluto il più produttivo tra quelli allo sportello. Così abbiamo pensato di incanalare questa tua operatività dove ce n'è più bisogno in questo momento: l'ufficio promozione BancoPosta. Si tratta di proporre le nostre offerte ai clienti, esaltarne i vantaggi, gestire l'interfaccia utente e così via... Se te la senti, ti offriamo un aumento di 200 euro netti al mese in busta paga: mi pare un buon incentivo, no? Hai tempo fino a venerdì per pensarci, non devi rispondermi subito. E' tutto, buona giornata".

Duecentoeuronettinpiùalmese. Cioè 1200, alla fine. Alla faccia: c'è proprio da diventare ricchi. Quando l'ho detto alla collega che è allo sportello con me questa mattina mi ha subito fatto i complimenti dicendo "Finalmente non sari più Milleurista, non sei contento?!?". Beh, insomma: "non essere più Milleurista" per 200 euro in più è un'idea un po' allargata, comunque ok, è una gratificazione. Se però penso che devo assolutamente andare dal dentista (preventivo: 2500 euro), devo farmi gli occhiali (preventivo: 265 euro scegliendo la montatura più economica) e - da settembre, siamo riusciti ad ottenere - devo pagare 50 euro in più di affitto, ecco che i conti si fanno da soli.
Naturalmente accetterò. E' un piccolo passo avanti e non voglio assolutamente perdere questa opportunità. Ma al prossimo che mi dice che "finalmente non sarò più un Milleurista"... regalerò un tour gratuito per ambulatori e commercialisti!

Alessio