Il blog della prima Community dei "Milleuristi & (S)Contenti"

26 febbraio 2008

Arrivano i Buoni

Quanto contano, al di là della retribuzione e dell'inquadramento contrattuale, le condizioni che si creano all'interno di un ambiente di lavoro per riuscire a rendere quantomeno più sopportabile la propria precarietà? Molto, probabilmente. Perché è anche dai rapporti che si instaurano con capi e colleghi che si capisce quanto un'azienda abbia realmente intenzione di investire sul benessere (e quindi sul rendimento e sulla produttività) dei propri dipendenti.
Sul sito Great Place To Work, per esempio, è riportata una graduatoria aggiornata dei 35 migliori - e, dunque, anche più ambìti - ambienti di lavoro in Italia: al primo posto Google, seguito da Coca Cola e Microsoft. Dove il clima pare essere confortevole (non avendo esperienza né diretta né indiretta tocca fidarsi) e dove alla canonica vita da scrivania si affiancano attività e servizi ricreativi per favorire il relax al di fuori dell'orario di ufficio.

Un'ulteriore occasione di confronto e di dibattito su questa tematica arriva da due nuovi Blog, per certi aspetti paralleli benché molto diversi: il primo, La Repubblica Degli Stagisti, si propone di compilare un elenco di tutte le aziende in cui agli stagisti viene elargito uno stipendio adeguato, comunemente definito "Rimborso spese"; il secondo, L'Officina Dei Talenti, è più orientato ad un'analisi "motivazionale" degli ambienti di lavoro ad alto profilo e delle associate componenti emotive in gioco.
In entrambi i casi, naturalmente, è possibile partecipare alla discussione attraverso commenti, contributi, segnalazioni e quant'altro, che possono sempre tornare utili sia a se stessi che a tutti gli altri per testimoniare che, in effetti, anche in un momento come questo - in cui è quasi impossibile non rassegnarsi al peggio - gli esempi positivi esistono e vanno evidenziati almeno quanto quelli negativi...

Alessio

22 febbraio 2008

L'attacco dei cloni

In questi giorni, con la settimana della Moda, Milano è tornata a risplendere di lustrini e paillettes da quella "capitale del Glamour" che si vanta di essere per tutto il resto dell'anno.
Avendo assistito ad alcune (noiosissime) sfilate come 'accompagnatore' di una mia amica giornalista, ed essendo tutt'altro che un 'addetto ai lavori', mi sono spesso guardato intorno con l'occhio non di chi cerca di carpire le tendenze che detteranno lo stile dei prossimi anni, ma di chi cerca di conoscere un mondo che gli si apre davanti per la prima volta.
E le cose che mi hanno più colpito sono state due...
Innanzitutto, il fatto che nella fiumana di professionisti che lavorano in un atelier o in una maison ce ne sono a decine con contratti di stage o a progetto per i quali la Moda non è propriamente quel Paradiso fiscale che può sembrare da fuori - è solo che sono molto, molto ricchi i pochi ricchi, ma tutti gli altri viaggiano a 1300 euro al mese -.
Il secondo è che, a parità di posizione, tutti si comportano nello stesso modo, come se indossassero una 'divisa virtuale' di protocolli omologati. Tanto che alla fine si riconosce a occhio chi fa il buyer, chi fa l'ufficio stampa, chi fa il designer, chi fa il merchandiser, chi fa il giornalista e così via...

In effetti, tornando a casa ho fatto un rapido inventario dei dipendenti della MRW, e lo stesso teorema vale per i nostri consulenti, per i nostri manager, per i nostri analisti etc. etc., e mi è tornato in mente che quando sono entrato in azienda, dopo aver superato il colloquio di selezione, il primo insegnamento che ho ricevuto è stato proprio un'infarinatura di "regole di recitazione per account": vestiti così, atteggiati così, con i clienti usa questo tono di voce, se ci sono dei problemi non guardare mai in basso bla bla bla bla.
Non ci avevo mai pensato, ma siamo così abituati a credere che soltanto gli impiegati di Banca o delle Poste siano dei piccoli robot clonati l'uno con l'altro, che alla fine non ci accorgiamo che anche noi, in fondo, ci muoviamo per schemi predefiniti e riti convenzionali.
E' così difficile, insomma, "riuscire a rimanere se stessi" occupando un qualsiasi posto di lavoro, o ci sono ancora posizioni che lasciano a chi le occupa la propria libertà espressiva?

Claudio

21 febbraio 2008

Il Tagliaprezzi

Ieri sera, dopo che ho pagato 1 euro e 20 per una mezza naturale all'Autogrill in centro, stavo già per fiondarmi qui sul Blog a scrivere l'ennesimo post superscazzato/superincazzoso sul tema "Prese per il culo 2008" (ditemi voi se è giusto che, con la gente che non arriva a fine mese, si debba rincarare perfino la mezza naturale facendola costare quasi quanto la benzina...) quando ho aperto 24 Minuti, il freepress pomeridiano del Sole 24 Ore, e ho trovato la proverbiale "piccola buona notizia quotidiana" che mi ha confortato e che merita sicuramente più spazio di qualunque altro sfogo.

Dunque: Altroconsumo, sito leader nella difesa dei diritti dei consumatori, ha deciso di distribuire gratuitamente fino al 7 marzo la sua guida Il Tagliaprezzi a chiunque ne faccia richiesta attraverso il sito o chiamando il numero verde 800.90.50.52 (senza spesa né scatto alla risposta anche dai cellulari).
Si tratta di una guida pratica per "spendere nel modo migliore", trovando i prodotti al prezzo più basso, l'Adsl e la tariffa telefonica più economica, i farmaci più vantaggiosi, le accortezze per risparmiare su bollette e mutui e così via... Uno strumento che, soprattutto per noi Milleuristi, è praticamente indispensabile in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza.
Davvero una bella idea, specialmente in questo preciso periodo in cui tutto sembra precipitare e non arrivano segnali confortanti di impegno da nessuna parte, né dalle Istituzioni né dalle Aziende né dai Privati.
Complimenti ad Altroconsumo, passate parola e... via con le forbici!

Rossella

19 febbraio 2008

Cinque milioni di niente

Secondo quanto riportato ieri da DailyMedia, la campagna elettorale del PD godrà di un investimento di cinque milioni di euro e vedrà coinvolte tre agenzie leader nel settore della Pubblicità - Saatchi&Saatchi, McCann e Pirella - impegnate su altrettanti distinti livelli di comunicazione.

Cinque milioni di euro. Tre agenzie pubblicitarie.
Numeri che, sinceramente, cozzano un po' con quell'idea di politica "pulita e rinnovata" che poi vuole essere proprio alla base della propaganda di Veltroni, e cozzano un po' anche con la proposta di fissare a mille euro il tetto minimo dei salari dei lavoratori precari quando c'è chi se ne vede piovere addosso 10, 100, 1000 volte tanti per copiare lo slogan di Obama e scriverlo in carattere Impact su fondo verde.

Pur con tutta la buona fede e la buona volontà del mondo, purtroppo, continuo a non vedere nessun segnale confortante di cambiamento reale neppure nelle intenzioni (e copiare pari pari lo slogan di Obama mi sembra, francamente, addirittura imbarazzante), la qual cosa mi spinge ogni giorno di più ad aderire al fronte antipolitico che suggerisce di annullare il voto e manifestare platealmente contro questi candidati - tutti indistintamente - come suggerisce, ultimo di una lunga lista, perfino Fiorello.
Quello che è sicuro è che i compromessi è giustissimo accettarli, nella vita, soprattutto quando c'è in gioco un benessere comune collettivo. Ma le prese per il culo (volontarie, continue e sistematiche) no: è giustissimo NON accettarle.
Claudio

18 febbraio 2008

C'è vita su Marte?

Cito testualmente dal Corriere della Sera di ieri, editoriale di Maria Laura Rodotà in prima pagina:

QUEI FIGLI CON UN BEL COGNOME
Uolter, insomma Veltroni, ha avuto una bella idea. "Per un'Italia nuova" non troppo vecchia, ma anche per segnalare che la solita casta non farà piazza pulita dei seggi in Parlamento. Metterà under 40 e under 30 in lista: ma anche come capilista, prima di lui. Dei giovani, ha detto al Tg1, che si sono distinti "nella vita economica, politica, sociale del paese".
Ottimo. Molto Obama.
Unico guaio, sono già uscite voci sui nomi in lista. Nomi distinti, pure troppo; di rampolli della classe dirigente. Per dire: Benetton-Mondandori-Sensi-Colaninno. Tutte persone eccellenti, per carità; ma più che candidati innovativi sembrano una comitiva da aperitivo all'Hotel Posta di Cortina.
[...]
Speriamo che i giovani capilista, e altri candidati sicuri, non siano solo gente con bei cognomi. Sarebbe un segno di scarso spirito innovativo e di insicurezza identitaria. Speriamo che siano ragazzi/e che si sono distinti nell'economia e nella ricerca, magari scappando all'estero per riuscirci; che organizzano cooperative antimafia, o per aiutare i più poveri, gli immigrati e/o (anatema?) le donne in difficoltà, i precari; gente brava e basta.

Ecco, appunto. Speriamo.

Alessio

14 febbraio 2008

La "rivoluzione" dei Mille

Ci interessa seguire, da qui al 13 di aprile, tutte le promesse - leggi: fregnacce - che un 52enne (Walter Veltroni), un 68enne (Fausto Bertinotti), un 71enne (Silvio Berlusconi) e forse un altro 52enne (Pierferdinando Casini) faranno a noi gggiòvani per "risolvere i nostri probbblémi" anziché, come sempre, per sviluppare il nostro talento e le nostre potenzialità?
In fondo no. Ma anche sì, come direbbe Maurizio Crozza imitando proprio Walter Veltroni.

Così, ieri e l'altroieri sera, da Porta A Porta (e da dove sennò?) è ufficialmente partita la nuova campagna elettorale, che ha già espresso i primi verdetti: se per Silvio Berlusconi, infatti, il Precariato sembra quasi non esistere e, anzi, l'obiettivo è abolire l'Ici e detassare tredicesima e quattordicesima (CHI CAZZO CE L'HA UNA CASA, UNA TREDICESIMA E UNA QUATTORDICESIMA?!?), per Walter Veltroni il Precariato esiste e l'obiettivo è fissare a Mille Euro il tetto minimo di stipendio di un lavoratore atipico.

No, un attimo: SONO DUE ANNI CHE ANDIAMO AVANTI A DIRE CHE CON MILLE EURO NON SI ARRIVA NEMMENO ALLA FINE DEL MESE, E LA GRANDE "RIVOLUZIONE" DEL PD SAREBBE QUELLA, APPUNTO, DI NON FARCI ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE?!?
E' una presa per il culo o cosa?!?
Mi ricorda un po' il precedente di Padoa Schioppa, che prima ci dà dei "Bamboccioni" e poi propone uno sgravio di MILLE EURO L'ANNO (80 al mese) per affittare un appartamento: che appartamento si affitta con 80 euro in più al mese?!?

Io, francamente, continuo ad essere molto, molto, molto perplessa riguardo alla superficialità con cui i nostri politici continuano ad affrontare la "questione generazionale" di noi 20/30enni.
Staremo a vedere cosa cambierà - da entrambe le parti - da qui al giorno del voto. Certo è che se il buongiorno si vede dal mattino...

Rossella

11 febbraio 2008

Monsters & Co.

Massì, buttiamola sul ridere: che senso ha continuare a farsi il sangue marcio per come si sta profilando lo scenario politico alla vigilia delle prossime elezioni, quando sono ormai 14 anni che siamo vaccinati a queste stesse facce e a queste stesse promesse?
Così, anziché passare la serata a sciropparmi i soliti dibattiti politici e i soliti reality show dove l'immagine che viene data di noi giovani è, rispettivamente, quella di "un problema che i vecchi devono riuscire a risolvere" e di "un branco di idioti in gara per vincere 500mila euro passando le giornate in mutande a dormire e scoreggiare", mi sono fatto un giro su Internet e - tra un cazzeggio e l'altro - ho trovato una cosa che mi ha molto divertito a proposito della condizione (e della percezione) del mondo del lavoro nel nostro Paese.
Mi riferisco alle vignette dei "Nuovi Mestieri" disegnate da Fausto Gelormini e pubblicate su Monster.it, il sito di recruiting più visitato in Italia da aziende e professionisti. 18 sketch per illustrare quelle che, di questo passo, potrebbero diventare realmente le posizioni più gettonate dei prossimi mesi, dal Riempitore di clessidre al Licenziatore in tronco, dallo Schiacciatore di pisolini all'Aggiuntore di false esperienze al CV (se solo ci fosse qualcuno che poi lo legge...) o dal Bucatore di ciambelle all'Accumulatore di pratiche sopra la scrivania.

E chissà quante altre potremmo inventarcene a nostra volta, di queste "mostruosità" che, a ben vedere, popolano già il nostro immaginario e molto spesso anche il nostro stesso ufficio...
Anzi, perché non ci proviamo davvero?
Claudio

07 febbraio 2008

Precariato differenziato

Mentre ieri sera guardavamo in tv le ennesime immagini della spazzatura in Campania - pregando che l'esempio di Napoli serva finalmente a sensibilizzare tutti i cittadini e tutte le amministrazioni locali sulla necessità di differenziare la raccolta dei rifiuti -, Claudio, Matteo e io ci siamo messi a pensare che a ciascun materiale da riciclo corrisponde più o meno perfettamente una ben precisa categoria di Precari (il «materiale da riciclo» del mondo del lavoro, in fin dei conti)...

Precari di carta/cartone = sono quelli che, proverbialmente, «Armiamoci e partite!». Quelli per i quali, appunto, l'idea di 'Rivoluzione' rimane solo sulla carta e per i quali la colpa è sempre degli altri se non cambia mai niente. Fuori dalla finestra, o dietro lo schermo della televisione.

Precari di latta/alluminio = sono quelli che, per definizione, "si piegano ma non si spezzano". Quelli flessibili per eccellenza, che non si perdono d'animo di fronte alle avversità e che, nonostante tutto, conservano la voglia (e la volontà) di mettersi e ri-mettersi in gioco ogni volta.

Precari di vetro = sono quelli più fragili e trasparenti (in tutti i sensi). Quelli che giocano pulito e si concentrano esclusivamente sul lavoro, tendendo - paradossalmente proprio per questo - a passare del tutto inosservati all'interno dei meccanismi aziendali più competitivi.

Precari di plastica = sono quelli che tendono ad essere insensibili ai problemi collettivi perché si preoccupano solo ed esclusivamente di risolvere il proprio. Quelli che «Mors tua vita mea» e che non si fanno scrupolo di mettere i bastoni tra le ruote ai propri 'simili' per trarne beneficio personale.

Siete d'accordo con noi o avete altre interpretazioni da suggerire?

Rossella, Claudio e Matteo

05 febbraio 2008

Le due facce dell'Oceano

Mentre in America sta per scattare l'atteso "Super Martedì", con il voto per le Primarie Presidenziali in ben 24 Stati, in Italia si è appena concluso il "Mini Lunedì", con la rinuncia di Franco Marini al mandato del Governo Tecnico per le riforme e l'annuncio delle probabili nuove elezioni fissate per il prossimo 13 aprile.

Non posso fare a meno di notare quanto strano appaia adesso - dopo gli eventi degli ultimi 15 giorni - questo parallelo tra gli USA e il nostro Paese agli estremi opposti dell'Oceano: negli Stati Uniti, infatti, i candidati alla Presidenza si stanno contendendo nei modi più macroscopici (e folkloristici, e talvolta grotteschi) un rinnovamento; in Italia, in modi altrettanto macroscopici (e folkloristici, e inevitabilmente grotteschi), i candidati alla Presidenza si contenderanno da oggi una conservazione, qualora non un esplicito ritorno al passato. Negli Stati Uniti hanno Obama e Hillary Clinton, in Italia abbiamo avuto Veltroni e Rosy Bindi, che non è proprio la stessa cosa.
E si tornerà a votare con quella stessa legge elettorale che, un anno e mezzo fa, era in cima alle promesse di riforme del Governo Prodi: una legge elettorale che impedisce ai cittadini di scegliere il candidato, e che relega quindi la "Democrazia" a una sorta di autocertificazione di scelte compiute nelle stanze di Palazzo. Con gli stessi nomi e le stesse facce del 1994, del 1996, del 2001 e del 2006.

Sarà interessante vedere come verrà condotta la campagna elettorale dei nostri due opposti schieramenti per ciò che concerne il tema del Lavoro: da una parte avremo - pari pari - chi ha varato la Legge 30 e ha sempre bollato i Precari come dei "fancazzisti capaci solo di lamentarsi senza avere voglia di muovere un dito"; dall'altra avremo - pari pari - chi per cinque anni si è lavato la bocca con promesse e sproloqui demagogici che poi nei successivi 19 mesi sono finiti direttamente all'Ufficio Oggetti Smarriti.
Anche in questo caso, in mezzo c'è un Oceano. L'Oceano di 4 milioni di "lavoratori sommersi" da cui, è matematico, dipenderà direttamente la vittoria dell'una o dell'altra parte. Ma che, è altrettanto matematico, adesso non sono più disposti a farsi prendere per i fondelli da nessuno...

Alessio

01 febbraio 2008

Una voce in più

Nel corso di questi mesi, a partire dalla scorsa campagna preelettorale del 2006, sono state sicuramente numerose ed approfondite le attenzioni che i Media hanno dedicato alle problematiche del mondo del Lavoro, Precariato e Stipendi in primis. In alcuni casi si è trattato più che altro della ricerca del classico "caso umano" da sbattere in prima pagina per fare notizia, ma nella maggior parte delle situazioni - fortunatamente - si è trattato anche di analisi lucide, di denunce argomentate e, spesso, di rilanci propositivi (condivisibili o meno, ma l'importante è che le proposte ci fossero) al Governo in carica.
E sappiamo com'è andata a finire: non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Tuttavia, abbassare la guardia proprio adesso sarebbe quanto di più sbagliato, così come pensare che «Se non è servito a niente fino ad ora, non servirà certo a qualcosa d'ora in avanti» , perché forse è esattamente quello che "il Sistema" cerca di ottenere: silenzio, rassegnazione e accondiscendenza.
A questo proposito, abbiamo ricevuto la segnalazione di una iniziativa dal titolo "Caro Parlamento..." lanciata proprio attraverso il web sul Blog omonimo: in sostanza, si tratta di un 'casting' di testimonianze sul Mondo del Lavoro e del Precariato finalizzato alla realizzazione di un documentario ragionato sui primi 4 articoli della nostra Costituzione e sul recupero di un dialogo tra lavoratori e istituzioni.
Chi volesse partecipare può cliccare qui e inviare direttamente la propria candidatura.
Come si suol dire: «Tentar non nuoce», e visto che - con ogni probabilità - rimanere inermi nuocerebbe invece di più, chissà che prima o poi non si avveri anche il proverbio «Repetita juvant»...

Rossella