In caduta libera (in cerca di uno schianto)
Mi perdoneranno i Subsonica se prendo in prestito da "Tutti I Miei Sbagli" l'ispirazione per il titolo di questo post, ma non riesco davvero a trovare parole più azzeccate per descrivere quello che sta succedendo - fuori da ogni logica e da ogni controllo - nel delirante panorama del mondo del lavoro in Italia.
L'ennesima doccia (fredda) di benzina sul fuoco arriva dalla così ribattezzata "Norma Anti-Precari", un emendamento del Governo inserito nella Manovra Finanziaria (e già approvato dalla Commissione Bilancio della Camera) che prevede che tutte le aziende che hanno dei contenziosi aperti con dei loro dipendenti para-subordinati a causa di comprovate irregolarità nell'applicazione del contratto non debbano più assumere quei dipendenti a tempo indeterminato ma semplicemente pagare loro un'ammenda da 2 a 6 mensilità.
Il che significa: niente stabilizzazione, e la beffa di essere ufficialmente riconosciuti vittime di un danno senza che ai diretti responsabili venga pressoché torto un capello per fare loro espiare la propria colpa.
In effetti, a ben vedere, dopo i condoni per i carcerati e l'immunità per i parlamentari, mancava giusto l'estensione della non punibilità alle aziende per completare lo sconcertante quadro clinico in cui versa la Giustizia nel nostro Paese.
Ma a questo punto, mentre i Politici fanno a gara a scaricarsi la responsabilità della diabolica pensata, la domanda è un'altra: cosa decideremo di fare noi di fronte a un provvedimento che rende formalmente legale (a meno di una multa irrisoria) la speculazione sui contratti atipici?
O meglio: cos'altro possiamo ancora fare con le nostre sole forze - visto che conosciamo ormai bene l'appoggio che ci è venuto in questi ultimi 3 anni da Sindacati e Istituzioni - già sapendo (le esperienze passate insegnano) che non basta neppure scendere in piazza in centinaia di migliaia per essere minimamente ascoltati e tutelati?
Ormai la linea di confine che separa l'incazzatura furiosa dalla rassegnazione forzata sta diventando sempre più impalpabile. E se è vero che un "Vaffanculo!" non serve a cambiare le cose, forse una bomba atomica, un'esplosione nucleare, una catastrofe atmosferica, una picchiata sempre più vertiginosa che serva a fare a pezzi questa Italia di merda per permettere quantomeno a chi verrà dopo di noi (che tanto ormai noi "i migliori anni della nostra vita" ce li siamo già bell'e che giocati) di rinascere dalle ceneri, beh: forse sì che potrebbe servire a qualcosa...
Claudio